venerdì 25 gennaio 2013

PUGLIA BAROCCA /// Recensione di Claudia Presicce apparsa su "Nuovo Quotidiano di Puglia" di lunedì 14 gennaio 2013


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VIAGGIO IN PUGLIA
GUIDATI
DAL BAROCCO

Di Claudia Presicce


Parlare di barocco in Puglia significa celebrare una vittoria della vita sulla morte, del movimento
sull'immobilità, del rumore assordante sul silenzio cupo e sordo, di una naturale gioia sul rigore imposto. Qui osare con forme artistiche audaci e coraggiose ha significato molto di più che altrove una protesta celata nell'arte, una rivolta potente e silenziosa dell'uomo in nome della libera espressione, così come accaduto nella storia a tanti grandi artisti che hanno messo la loro personalità ribelle nelle loro opere. In un Sud lontano e schiacciato dal giogo di una lontana dominazione la creatività per secoli è stato l'unico luogo di libertà.
La parola "esaustività" non si potrà mai accostare allo studio del barocco leccese, salentino
e pugliese, per questo saranno sempre benvenute nuove pubblicazioni e studi, che si cimentano ad indagare in questo poliedrico mondo che racconta molto più di noi, delle nostre personalità meridionali, forti e apparentemente imbelli, di quanto si voglia ancora oggi ammettere.
"Puglia barocca" (Capone editore 2013, 18 euro) è il nuovissimo volume firmato da Mario Cazzato che da domani arriverà in libreria fresco di stampa.
Per quanto la pietra qui da noi sia stata generosa e incoraggiante per un'espressività così ricca e luminosa, il barocco salentino - che annuncia lo sviluppo del genere in Puglia - appare piuttosto tardivo rispetto ad altre zone. Il libro sostiene che, se a Napoli non si può parlare di barocco prima del 1631, a Lecce per riconoscere vere tracce di questa espressione bisognerà aspettare almeno un altro quindicennio e la mano di artisti che hanno segnato questa terra, come Cesare Penna, Giuseppe Zimbalo, ecc.
Tuttavia a Lecce primissimi albori, impercettibili segnali, cominciarono a germogliare già dopo la  battaglia di Lepanto del 1571 in cui la sconfitta dei turchi significò l'apertura di una città fino ad allora riavvolta e chiusa su se stessa per difendersi, tra le mura e il castello di Carlo V. Per due secoli poi quest' espressione artistica disegnò il ritratto di Lecce, una città che sarebbe per sempre passata alla storia come la "Firenze del barocco". Tuttavia l'arte barocca qui arrivò per fondersi con molte espressioni artistiche e architettoniche preesistenti e poi seguenti, in un caleidoscopio unico di culture e stili, forme e pensieri, che rendono i palazzi e le chiese delle bomboniere da scartare e scoprire lentamente, in tutte le loro infinite vite.
L'esplosione vera e propria del barocco leccese, oggi comunemente identificato, si verificò tra gli anni '70 e '80 del secolo. La figura chiave di questo periodo fu un onnipresente Zimbalo che, fino alla morte, nel 1710, occupò un posto di rilievo nel panorama architettonico salentino. A Lecce ad
esempio, anche elementi fortemente rappresentativi della città, come la progettazione della colonna di Sant'Oronzo, portano la sua firma. Spesso in un continuato rapporto sinergico, la sua attività si intrecciò con quella di Giuseppe Cino o Gabriele Riccardi. Per esempio il florilegio della facciata di Santa Croce, costruita su tre sezioni, fu disegnato tra il 1549 e il 1695 da Gabriele Riccardi, Cesare
Penna e Giuseppe Zimbalo.
Ma non si chiuse solo con il Seicento il tempo del barocco in questo Sud, anzi, Mauro Manieri (1687-1744) fu portavoce di una personale radicale critica all’esasperato decorativismo barocco di quegli anni che portò inevitabilmente ad una svolta. Fu, spiega Cazzato, il terremoto del 1743 a determinare l’affermazione del gusto rocaille, un gusto che unificò il basso con l'alto Salento e che segnò, ancora una volta, la differenza con la Capitanata gravitante sempre di più nell'orbita napoletana.
Mario Cazzato scrive della civiltà barocca salentina già dal 1986, quando con Vincenzo Peluso pubblicò un libro che svelò le bellezze di Melpignano.
Ha scritto da allora circa un centinaio di opere tra guide e saggi.


Da "Nuovo quotidiano di Puglia" di lunedì, 14 gennaio 2013


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